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“Gli sdraiati”: fallimento di una generazione e di un modello educativo o evoluzione della società di domani?

I giovani adolescenti “dormono quando il resto del mondo è sveglio e vegliano quando il resto del mondo sta dormendo”. Sono gli “sdraiati”, i “divanizzati” con la mano destra impegnata a digitare qualcosa sullo smartphone e la sinistra che regge un lacero testo scolastico, la televisione accesa, le cuffie alle orecchie per ascoltare musica e isolarsi dalla realtà circostante.

Libro di successo e adesso film “Gli sdraiati” descrive con sarcasmo e ironia la condizione degli adolescenti vista dalla prospettiva di un genitore. L’autore, Michele Serra, racconta se stesso e descrive le frustrazioni e i dubbi di chi, avendo abbandonato l’attrezzatura autoritaria dei modelli educativi tradizionali, ha cresciuto un figlio ispirato al modello del dialogo e dell’ascolto. Egli, adesso che suo figlio è adolescente, guarda il ragazzo come si guarda uno sconosciuto e fatica a riconoscerlo, mette in discussione se stesso e il modello educativo dei giorni nostri, non sa come comportarsi, come ritrovare un contatto, come motivare il figlio a camminare e alzarsi dal divano su cui gli appare “sdraiato”. Simbolico l’invito che il padre rivolge al figlio a seguirlo in una escursione al Colle della Nasca, invito che viene reiterato per tutto lo svolgimento del libro con toni diversi: a volte è una proposta, a volte una preghiera, a volte una minaccia, espressione dell’insicurezza educativa del genitore smarrito.

Chi legge si identifica. Le domande di fondo del libro sembrano essere quelle di molti genitori alle prese con l’entrare in adolescenza dei figli: dove è finito quel bambino che era così facile amare?Quando ci siamo persi? Come mai si è trasformato in un ragazzo abulico e iperconnesso? Dove ho sbagliato? Come si può ritrovare un dialogo, sostenere la crescita di un ragazzo che appare “sdraiato”, “divanizzato”?

L’adolescenza è da sempre un periodo di sconvolgimenti fisici e di profonde rivoluzioni psichiche che finisce per stravolgere gli equilibri di tutta la famiglia. Si tratta di una fase della vita in cui la normalità è definita da uno stato di disarmonia, in cui è anormale comportarsi in modo normale. E’ una fase di trasformazione che comporta mutamenti a diversi livelli, richiede di affrontare molti compiti evolutivi e si accompagna a dolorosi vissuti di perdita:
sul piano sessuale, l’adolescente registra una trasformazione fisica con la comparsa dei caratteri sessuali secondari e della capacità riproduttiva. Ciò comporta il congedo dal proprio corpo infantile e l’identificazione con il proprio ruolo sessuale su cui insistono anche le attese sociali che nel contempo chiedono il controllo delle pulsioni istintuali. Si inaugura un conflitto tra la spinta interna congiunta con la sollecitazione esterna, da un lato, e il timore di perdere l’oggetto d’amore infantile , dall’altro.
sul piano dell’identità, l’adolescente deve rispondere alla domanda “chi sono io”, dando una definizione di se stesso in termini di valori, credenze e preferenze in modo autonomo rispetto alle figure genitoriali. Si vive il lutto per la perdita della propria identità infantile.
Per un adolescente è quindi normale comportarsi per un considerevole lasso di tempo in modo incoerente e imprevedibile: lottare contro i propri impulsi e soddisfarli, tenerli con successo sotto controllo e farsi prendere la mano da essi, amare i genitori e odiarli, rivoltarsi contro di loro e dipendere da loro, essere profondamente imbarazzati nel salutare la madre e poi desiderare di parlare a cuore aperto con lei, imitare gli altri e identificarsi con loro e allo stesso tempo cercare senza tregua una propria identità. Mentre i figli vivono questa crisi i genitori possono vivere una fase di smarrimento: il bambino che conoscevano non c’è più e loro devono ridefinire il loro ruolo.

Se i compiti evolutivi dell’adolescente non sono cambiati, i cambiamenti sociali hanno modificato il modo in cui oggi viene vissuta l’adolescenza. Il funzionamento affettivo e relazionale, il lavoro mentale intorno alle trasformazioni del corpo, i processi di separazione dai genitori e la nascita come soggetto sociale degli adolescenti odierni sono diversi perchè caratterizzati da infanzie e contesti di crescita profondamente mutati rispetto al passato.
Oggi il modello dell’autorità della famiglia tradizionale è decaduto e si è passati alla famiglia affettiva della promozione dei talenti. L’educazione basata sui divieti e sulle punizioni è stata bandita e i genitori di oggi investono molto sui propri figli in termini di dialogo, ascolto, attenzione, valorizzazione. Queste trasformazioni sociali portano con sé molti cambiamenti. I bambini non imparano più: “prima il dovere e poi il piacere” ma crescono in un contesto che sostiene la felicità e la realizzazione personale, che non esclude il bambino dalla vita adulta ma lo coinvolge e adultizza, che sostiene le risorse e favorisce la socializzazione . Una crescita così protetta e curata favorisce, rispetto al passato lo sviluppo di competenze individuali e relazionali straordinarie, ma al tempo stesso promuove aspettative ideali di riuscita personale e di successo sociale e rischia di alimentare la fragilità narcisistica. L’adolescente di oggi non si trova a dover lottare contro i divieti ma deve realizzare il proprio percorso evolutivo di separazione e individuazione, rispondere alla domanda “chi sono io” affrontando un pervasivo sentimento di vergogna e una micidiale sensazione di non essere all’altezza di aspettative ormai fatte proprie. L’attuale processo separativo dalla madre e dal padre dell’infanzia non avviene più quindi attraverso l’opposizione, la destituzione del potere adulto contrario all’espressione del nascente Sé adolescenziale, come accadeva nel passato. Nessun attacco al potere, ma una propensione a deludere aspettative e investimenti ideali costituitisi nel corso dell’infanzia, a disattendere le aspettative profonde dei genitori per lavorare alla costruzione di una propria identità. Non più quindi adolescenti ribelli, ma una condizione, da molti denunciata,di ragazzi che appaiono scarsamente impegnati, senza valori, che porta molti a rimpiangere gli antichi metodi educativi.

Fallimento di una generazione e di un modello educativo o evoluzione della società di domani?

Nel finale del libro “gli sdraiati” la risposta dell’Autore arriva nel momento in cui il padre, durante la tanto attesa camminata, osserva stupefatto ed emozionato il figlio oltrepassarlo in cima al Colle della Nasca che egli dubitava che avrebbe mai potuto percorrere fino in fondo.

Non si tratta quindi di denunciare il fallimento di una generazione di ragazzi “sdraiati” e mettere in discussione gli attuali modelli educativi e men che meno di recuperare, durante l’adolescenza, il modello educativo autoritario dei divieti e dei no. Come afferma Matteo Lancini nel suo libro “Abbiamo bisogno di genitori autorevoli”, il compito difficile cui sono chiamati oggi i genitori di ragazzi adolescenti è quello di essere autorevoli e non autoritari. Di fronte alle incertezze e alle difficoltà adolescenziali non è utile rifugiarsi e recuperare modelli educativi passati: occorre saper gestire con creatività la complessità attuale.

Non arrabbiati, più portati a deludere le aspettative adulte per potersi autonomizzare e separare, abbastanza competenti in materia di relazioni, gli adolescenti necessitano di un adulto credibile, non troppo angosciato, sufficientemente preoccupato e autorevole da restituire loro uno sguardo di ritorno pieno di fiducia. Bisogna saper essere presenti alla giusta distanza, credere nei propri figli, saperne riconoscere le risorse, i talenti e l’originalità e avere fiducia nella loro possibilità di realizzarsi, a tempo debito. Camminare accanto ai propri figli, incoraggiarli senza spronarli per strade per le quali non sono ancora pronti e arretrare, lasciarli andare avanti, consentendo una necessaria separazione indispensabile alla loro crescita.

Non un’infantilizzazione tradiva e un controllo peraltro impossibile da mettere in atto, ma fiducia, autonomia e responsabilità sono gli ingredienti della crescita che più servono agli adolescenti di oggi. E’ questa la strada maestra per consegnare loro le chiavi di un futuro possibile, perchè possano costruire e inventare la società di domani.