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Adolescenti: prevenire i comportamenti a rischio

La scorsa settimana abbiamo appreso dai giornali la drammatica notizia di un ragazzo morto per aver partecipato a un gioco suicida di moda sul web: il “Blackout Challenge”. Dopo pochi giorni, siamo venuti a conoscenza di un’altra tragedia: un ragazzo di 15 anni è precipitato da 25 metri nel tentativo di scattare un selfie sul tetto di un centro commerciale. Sono notizie non solo dolorose, ma anche allarmanti che alimentano il dibattito e i dubbi sul rapporto dei ragazzi con le nuove tecnologie e sul modo di prevenire i comportamenti a rischio. Sospesi tra ansia e paura gli adulti, genitori ed educatori si chiedono cosa è giusto fare, come mettersi in relazione con gli adolescenti per affrontare questi problemi.

Come muoversi allora rispetto a una popolazione di ragazzi ancora così inesperti della vita ma anche tanto desiderosi di autonomia e indipendenza?

Naturalmente, non esistono regole assolute che aiutino genitori ed educatori a divenire attori di prevenzione credibili  e competenti, ma vale la pena di sviluppare una riflessione su ciò che può aiutare i ragazzi a crescere senza l’ansia di sperimentare ciò che è proibito e riduca la voglia di trasgressione.

 

Informare i ragazzi è importante, ma non basta.

Fare prevenzione non è soltanto avere a disposizione competenze tecniche e sulla loro base informare i ragazzi sui rischi connessi a certi comportamenti. I ragazzi non fanno necessariamente ciò che sanno e detenere informazioni corrette non sempre si traduce nel fare “la cosa giusta”.

 

Demonizzare e vietare non serve.

Proibire serve a poco e anzi, in adolescenza, il divieto puro e semplice altro non è che un territorio affascinante e misterioso all’interno del quale il ragazzo adora avventurarsi per potersi misurare con l’adulto, per poter sentire che è in grado di trasgredire e quindi intraprendere percorsi in autonomia e in contrapposizione al potere che i grandi esercitano su di lui , apparentemente con una funzione di controllo.

 

La prevenzione è, prima di tutto, una strategia educativa. Significa intuire che il proprio ruolo non è quello che toglie o vieta, bensì quello che fornisce competenze e aiuta il soggetto in crescita a scoprire le parti migliori e funzionali di sé, quelle in grado di farlo diventare un adulto capace di realizzare il grande progetto che è la sua vita. Non si tratta quindi di proibire tutto ciò che è potenzialmente rischioso, ma di monitorare, avere attenzione e riportare al centro il valore del dialogo e della relazione adulto – ragazzo. La sfida è quella di proporre modelli autorevoli e non autoritari affinché i ragazzi capiscano da sé che cosa è bene per loro, imparino a dire dei “no” e siano in grado di tollerare la “pressione dei pari”.

 

Consapevole che non esistono ricette in un ambito così delicato, mi sembra interessante proporre come stimolo di riflessione questi consigli educativi forniti dai pediatri americani:

  • sviluppate il senso di autostima dei vostri figli e fornite loro lode e supporto in ogni occasione in cui devono prendere decisioni importanti. Un ragazzo che ha una percezione interna ben chiara del proprio valore non dovrà affidare tale percezione a persone o situazioni esterne e sarà più facilitato a dire no a comportamenti a rischio.
  • gradualmente accompagnate i vostri figli a saper prendere decisioni in autonomia. Non spaventatevi degli errori perché fanno parte di ogni esperienza di crescita. Il valore non consiste nell’evitare un errore ma nel divenirne consapevoli
  • ascoltate ciò che i vostri figli vi comunicano e sappiate essere loro vicini quando li vedete vivere periodi di dubbio, difficoltà, solitudine
  • fornite consigli e supporto relativamente a come gestire emozioni intense e forti. Dialogate con loro e discutete del fatto che anche le emozioni più “sconvolgenti”, in senso positivo o negativo, con il tempo si mitigano e possono essere superate. Date loro valide alternative per saper affrontare il dolore psicologico e l’ansia quando queste si presentano.
  • preparatevi ad affrontare con i vostri figli un’ampia gamma di argomenti complessi: uso di sostanze, sessualità, rischi connessi all’uso delle nuove tecnologie. Aiutateli a comprendere le dinamiche in gioco nei processi di pressione tra pari e verificate con loro quanto forte è la loro ansia o preoccupazione nei confronti del loro gruppo di amici e dell’accettazione o rifiuto che percepiscono intorno alla loro persona.
  • non stancatevi mai di proporre e fare cose divertenti con i vostri figli
  • siate, prima di tutto, dei buoni esempi. Cercate di testimoniare direttamente ciò che vorreste veder succedere anche nella (per la) loro vita.