Ansia da lavoro: caratteristiche, conseguenze, cura
Fate fatica a dormire e trascorrete la notte a rimuginare sui problemi di lavoro?
La domenica provate una sensazione di pericolo incombente pensando alla settimana che sta per iniziare?
Tendete a drammatizzare i problemi di lavoro o a sottovalutare le vostre capacità di affrontarli?
Avete sempre bisogno di essere rassicurati dagli altri che state facendo un buon lavoro?
L’ansia è una reazione normale e adattiva del nostro organismo. In un contesto come il lavoro, dove tanto di quello che accade è fuori dal nostro controllo e stress, scadenze e valutazioni fanno parte delle routine è normale sperimentare ansia. Tuttavia, quando l’ansia diventa eccessiva e disturbante, è disadattiva e mette a rischio la performance e la salute mentale della persona.
Come si manifesta
L’ansia legata al lavoro si distingue da altre forme di ansia in quanto concerne prevalentemente l’attività professionale e il luogo di lavoro.
Le principali manifestazioni sono:
- Irascibilità o frustrazione al lavoro
- Tendenza a procrastinare i compiti e le scadenze
- Difficoltà a concentrarsi o a “staccare” dal lavoro
- Apprensione all’idea di recarsi al lavoro, tendenza ad essere in preda all’angoscia la domenica sera
- Disturbi del sonno
- Sintomi fisici: mal di testa, mal di schiena, disturbi gastrointestinali ecc.
Tratti di personalità e convinzioni alla base dell’ansia
È possibile riconoscere alcuni tratti di personalità e convincimenti alla base dell’ansia lavorativa, vediamone alcuni.
La sindrome dell’impostore. Si tratta di uno schema psicologico che porta a dubitare costantemente delle proprie capacità e dei propri successi e a provare una persistente paura di essere individuati come “truffatori”. Chi soffre di questa sindrome considera ogni successo come effetto della fortuna o del caso, non crede nelle proprie capacità e teme di essere scoperto e di deludere chi ha creduto in lui. La sindrome dell’impostore porta caos nella vita lavorativa. Rende l’inattività impossibile da tollerare o godere, perché abbiamo sempre la sensazione che la gente ci guardi da dietro le spalle, chiedendosi quale sia il nostro contributo. Inoltre, ostacola il processo di apprendimento, perché ci porta a considerare ogni errore o mancanza nella nostra conoscenza come la dimostrazione della nostra inadeguatezza.
Il perfezionismo. Il perfezionismo e i nostri spietati standard possono rappresentare una maledizione per la vita professionale. Assicurano un lavoro di qualità ma, mentre lottiamo avvinghiati alla paura di non raggiungere gli standard che noi stessi ci siamo imposti, ogni compito può diventare dieci volte più minaccioso, lungo e ansiogeno. Standard che si applicano allo stesso modo a piccoli e grandi compiti non importa quale sia il loro vero valore. Se lavoriamo sempre così, i compiti che non vengono portati a termine subito tenderanno ad aumentare e presto l’equilibrio tra la vita privata e il lavoro penderà pesantemente verso quest’ultimo.
Bisogno di piacere a tutti. Il bisogno di piacere e di ottenere l’approvazione degli altri è una tendenza molto comune nelle persone ansiose e costituisce senza dubbio uno dei maggiori ostacoli per affrontare le problematiche lavorative. Il bisogno di piacere agli altri è una manifestazione d’ansia perché alimenta la preoccupazione di ciò che gli altri possono pensare e dire di noi. In sostanza si cerca l’approvazione degli altri a discapito dei propri limiti e del proprio benessere. Ciò può rappresentare un serio ostacolo per la vita lavorativa in molteplici situazioni: quando è necessario scontrarsi con qualcuno, esprimere un’opinione contraria, prendere decisioni difficili, attribuirsi il merito di un lavoro, dire di no, prendersi del tempo libero, chiedere un aumento, per fare alcuni esempi.
Il costo dell’ansia
Al lavoro dobbiamo essere in grado di concentrarci, assimilare informazioni e decidere le migliori azioni da intraprendere a mente serena. L’ansia, quando eccessiva, può rappresentare un intralcio e ostacolare in molti modi la performance lavorativa.
Ruba attenzione e concentrazione. La propensione alla preoccupazione sottrae linfa all’attenzione e alla capacità di concentrarsi.
Ci fa saltare da un lavoro all’altro. La preoccupazione di non riuscire a svolgere tutte le nostre mansioni ci può spingere a passare da un lavoro all’altro, senza restare focalizzati su nessuno di loro. Più ci agitiamo, meno siamo capaci di concentrarci su una mansione e lavorarci fino a quando non l’abbiamo terminata. Meno energia abbiamo, più diventiamo distratti e ansiosi instaurando un circolo vizioso.
Favorisce la procrastinazione. Temere che un certo lavoro sia troppo impegnativo o difficile ce ne fa ritardare l’avvio. Questa è la brutta china sulla quale ci porta la procrastinazione: troviamo un modo per distrarci dall’incarico o, in alternativa, ne iniziamo uno più facile, con una priorità più bassa, per avere la sensazione di essere comunque produttivi. Il nostro impegno prioritario, però, rimane fermo e abbiamo persino meno tempo a disposizione. Aumenta così la preoccupazione e i dubbi sulla nostra capacità di ultimarlo.
Incide sull’attenzione che poniamo alle interazioni con gli altri. I pensieri ansiogeni possono ostacolare la nostra capacità di assimilare quello che ci viene detto, quando stiamo parlando con un collega o con un capo che ci sta dando informazioni su un compito o progetto futuro. Sentiamo una parte di ciò che viene detto e poi ci perdiamo nell’immaginare gli scenari peggiori. Nel frattempo, ci estraniamo dalla conversazione e ci lasciamo sfuggire informazioni cruciali.
Ostacola la carriera. L’ansia ci può rendere riluttanti a chiedere una promozione o ad accettare ruoli che richiedono una maggiore responsabilità. L’alternativa di restare al sicuro e comodi, senza andare mai oltre i confini stabiliti o le capacità di base, ci consegna però ad un futuro senza sfide, privo di apprendimento e di crescita professionale.
Come affrontare l’ansia da lavoro
Il lavoro impegna una grossa fetta del nostro tempo e richiede gran parte delle nostre energie; pertanto, vivere occasionalmente dei momenti di stanchezza e di ansia non è così insolito. Quando però l’ansia è tale da compromettere la prestazione lavorativa e da mettere a rischio la salute mentale è importante affrontarla con l’aiuto di un professionista. Non si tratta di adottare strategie e tecniche uguali per tutti per sopprimere l’ansia, ma di mettersi in ascolto delle proprie sensazioni per dare loro significato e acquisire una maggiore consapevolezza di sé stessi. La psicoterapia offre un luogo sicuro dove poter comprendere nel profondo le caratteristiche individuali che innestano l’ansia e sviluppare strategie personalizzate per affrontare le proprie paure e migliorare la gestione dello stress.
Bibliografia:
Geddes S. (2019);Non preoccuparti. Impara a dominare la tua ansia; Ed. Corbaccio
Rolla E. (1994); Lo scomportamento. Come imparare a stare male e come uscirne; Ed. SEI
Sassaroli S.; Lorenzini R. (1993); L’uomo Nero. Paure, ansie, fobie; Ed. NIS