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Invecchiare

Se leggendo il titolo state pensando che questo articolo non vi riguardi, vi assicuro che state sbagliando perché l’invecchiamento è una realtà che riguarda tutti noi. L’invecchiamento ci riguarda come fenomeno individuale: tutti  prima o poi invecchiamo. L’invecchiamento inoltre ci riguarda come realtà sociale: non siamo isole ma persone immerse nelle relazioni e il nostro modo di vivere le relazioni con gli altri condiziona la nostra vita e quella degli altri.

La vecchiaia può essere vista come la maggiore sfortuna che possa capitare: secondo questa prospettiva invecchiare è sinonimo di problemi e la parola vecchio è un insulto.

Ma c’è anche un’altra opinione che dà maggiore speranza e considera la vecchiaia come una fase di vita che, se affrontata positivamente, può dar luogo a uno sviluppo creativo. Secondo questa prospettiva se accettiamo il lutto per le perdite della vecchiaia questo processo ci potrà liberare, ci porterà una rinnovata libertà, gioia e capacità di abbracciare la vita.

La vecchiaia è una fase della vita che indubbiamente porta con sé molte perdite: il declino fisico, la salute, la perdita delle persone che amiamo, la dismissione dal lavoro e conseguente perdita di ruolo sociale. Sebbene invecchiare non sia una malattia, comporta un rallentamento delle funzioni fisiche, una perdita dei riflessi e della capacità di concentrarci, un’aumentata vulnerabilità alle malattie che può diventare molto limitante e rendere la persona estremamente dipendente.

Secondo le parole di un gerontologo: “Metti del cotone nelle orecchie, sassi nelle scarpe. Metti un paio di guanti di gomma. Imbratta di vaselina gli occhiali ed ecco fatto, sei diventato di colpo vecchio”.

Alcune persone anziane potranno vivere l’invecchiare soltanto come un problema: molti uomini e donne anziane vivono ogni dolore e sofferenza, ogni limitazione come un oltraggio, un attacco, una perdita intollerabile. Ma ci sono persone capaci di affrontare questa fase in modo positivo, arrivando a patti ragionevoli con le preoccupazioni per il corpo e le inevitabili perdite.

Naturalmente il modo di viversi dell’anziano dipende anche dalla considerazione sociale. Nonostante l’aumentare della popolazione anziana, ai nostri tempi,  la maggior parte delle persone considera gli anziani come persone inutili, asessuati, persone fuori gioco di scarso interesse. Sono percepiti come un peso: gente che prende senza aver nulla da dare, persone noiose che parlano di cose di scarsa importanza. Gli anziani vengono per lo più estromessi dal gioco della vita, trattati con compassione o condiscendenza. Si comincia quindi a invecchiare agli occhi degli altri e si arriva poi a condividerne il giudizio. E’ difficile non farlo.

Eppure essere anziani significa anche aver maturato dell’esperienza da trasmettere, comprendere l’essenziale delle cose e poterlo insegnare, avere una storia da tramandare, avere del tempo da dedicare alle persone care. Ci sono persone anziane che sono in grado di offrire visioni di un domani generoso, affermando, pur tra tante perdite e limitazioni e infermità, che l’esistenza è buona.

E’ compito di ogni persona, anche se anziana, continuare a dare dei contributi al proprio destino. L’anziano non può essere esentato da colpe e responsabilità e non può permettersi, solo perché anziano, di essere sempre concentrato su di sé e lamentoso. Anche nella vecchiaia si è responsabili e artefici della propria vita e della propria immagine sociale.

Non esiste tuttavia un modo giusto di vivere pienamente la vecchiaia. Ogni persona può affrontare questa fase della vita in modo diverso. E molte strade diverse possono portare a una età senile vissuta in modo soddisfacente.

Proviamo a elencare alcune tipologie di persone anziane che affrontano in modo positivo questa fase della vita:

I riorganizzatori. Continuano a lottare contro il restringimento del loro mondo rimpiazzando con altro ciò che la vecchiaia sta portando via.

I focalizzati. Rimpiazzano un più ampio spettro di impegni con uno o due interessi focalizzati: giardinaggio, casa, nipoti.

I disimpegnati. Persone rivolte alla propria interiorità che trovano una grande soddisfazione in una vita contemplativa, ritirata, scarsamente attiva.

Gli attivisti. Lottano per le iniziative sociali, la libertà, la giustizia, la pace per tutti.

In generale si può dire che è più facile invecchiare se non si è noiosi e non ci si annoia, se si hanno persone e progetti di cui occuparsi, se si è aperti, flessibili e abbastanza maturi da accettare le ineluttabili perdite.

Una vecchiaia matura comporta una buona capacità di “trascendere l’io”:

  • provare piacere per il piacere degli altri
  • preoccuparsi degli eventi anche se non sono direttamente in relazione con i nostri interessi personali
  • investire se stessi nel mondo di domani

La psicoterapia per l’anziano può essere un aiuto per alleviare problematiche emotive che l’arrivo della vecchiaia può innescare o intensificare: angoscia, ipocondria, depressione. Una psicoterapia in età senile può inoltre favorire un processo di “liberazione dal lutto” apportando trasformazioni vitali e innescando cambiamenti nel modo di guardare a se stessi e alla vita.

 

Fonte: Judith Viorst, “Distacchi”, Ed. Sperling & Kupfer, 2004.