Le nuove dipendenze psicologiche
Le principali ricerche a livello nazionale e internazionale registrano un trend in costante aumento di persone che sviluppano condotte di dipendenza patologica.
Accanto alle più tradizionali forme di dipendenza da sostanze, oggi emerge il nuovo fenomeno delle dipendenze comportamentali o new addictions.
Esse abbracciano una varietà importante di comportamenti disfunzionali.
Le principali sono:
- dipendenza da cibo
- dipendenza dal gioco d’azzardo (slot machine, scommesse sportive, lotterie istantanee)
- dipendenze legate alla tecnologia (internet, cellulari, videogame)
- dipendenza affettiva
- dipendenza da lavoro
- dipendenza da sesso o esercizio fisico
- dipendenza dallo shopping o shopping compulsivo
La dipendenza patologica in tutte le sue varianti, sia che si tratti di dipendenza da sostanze che di dipendenza comportamentale, si configura come difesa non adattiva che permette all’individuo di evadere dalla realtà ordinaria attraverso sensazioni piacevoli alternative, che vengono ricercate con sempre maggiore frequenza, in modo compulsivo, come soluzione patologica che permette di non sentire e di non pensare. La compulsività, come natura del vincolo che lega la persona alla sostanza o al comportamento, definisce le dipendenze patologiche sulla base dell’irrinunciabilità dell’agito: nella dipendenza patologica il bisogno di soddisfacimento immediato sta al posto del desiderio e il dolore mentale impedisce la possibilità di vivere l’assenza, l’attesa e la solitudine. Il termine addiction (dal latino addictus: schiavo), mette in luce la mancanza di libertà, l’impotenza della persona nei confronti della sostanza o del comportamento: infatti dopo la prima fase in cui si è piacevolmente attratti, si arriva in seguito ad esserne schiavi e vittime, preda di un desiderio irrefrenabile: il cosiddetto craving. In altre parole, la condotta compulsiva si configura come “fuori controllo”, come una appetizione vissuta come estranea a sé, uno stato di insopportabile mancanza sopprimibile solo con la soddisfazione del bisogno stesso.
Eroina, hashish, marijuhana, psicofarmaci, LSD, ma soprattutto alcool e cocaina, sono solo alcune delle sostanze principalmente abusate e che rientrano sotto il nome di vecchie dipendenze, non perché si tratti di usi del passato, ma semplicemente perché creano una dipendenza di tipo fisico (oltre che psicologico).
Le nuove dipendenze sono invece figlie della cultura dei nostri tempi, non necessitano dell’assunzione di nessuna sostanza, ma consistono nel diventare prigionieri di un determinato comportamento ripetitivo che genera piacere.
Vecchie o nuove dipendenze, dipendenze psicologiche o fisiche, sostanza o comportamento che sia, le conseguenze a cui si va incontro sono sempre molto gravi e spesso sovrapponibili:
- a livello economico
- a livello emotivo, dove i sentimenti e le emozioni vengono alterati creando blocchi nella crescita affettiva e cognitiva
- a livello fisico, dove si verificano disorientamenti comportamentali e abbassamento dell’energia vitale
- a livello sociale, con grave compromissione della capacità relazionale e possibilità di esclusione delle persone frequentate
Si strutturano ansia, attacchi di panico, gravi distimie del tono dell’umore, derealizzazioni spazio -temporali, dissociazioni emotive e affettive dalla capacità cognitivo comportamentale e relazionale, con fenomeni depressivi che possono strutturarsi in forma marcata e suggerire meccanismi anti-conservativi.
In conclusione quindi la dipendenza non è altro che un forte impulso a continuare a fare “qualcosa”, la cui mancanza provoca sintomi stressanti di astinenza. Le metodologie di intervento sono varie e si differenziano a seconda del tipo di dipendenza e della complessità/gravità del problema, ma il primo fondamentale passo lo deve fare la persona stessa, ed è quello di ammettere di avere un problema e successivamente rivolgersi a delle persone competenti che siano in grado di offrirgli un valido supporto professionale.