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Narcisismo patologico

Ovidio ne la “Metamorfosi” narra che Narciso era il figlio straordinariamente bello di una dea minore. Era così bello che tutte le ninfe dei boschi ne erano innamorate, lui però rifuggiva da loro. Un giorno una ragazza che aveva cercato di attirarne l’attenzione, pregò che prima o poi  il giovane avesse modo di sperimentare cosa si prova ad amare qualcuno senza essere corrisposti. La vendicativa dea Giunone ascoltò questa preghiera e la esaudì. Poco dopo, mentre cacciava, Narciso si imbatté in una limpida fonte e chinandosi per bere vide la sua immagine riflessa nell’acqua. Pensando che si trattasse di qualche magnifico spirito dell’acqua che viveva nella sorgente il giovane Narciso si innamorò, senza saperlo, di se stesso. Narciso non riuscì più a distogliere lo sguardo da quel volto, indugiando sul bordo della fonte dimenticò completamente di mangiare e riposare, mentre divorava con gli occhi la sua stessa immagine. Poiché non riusciva a staccarsi dalla sua immagine, a poco a poco si consumò e morì. Le ninfe piansero per lui e prepararono una pira funebre per bruciare il corpo del giovane, ma quando andarono a prenderlo, al suo posto trovarono un fiore viola circondato da petali bianchi che porta il suo nome e preserva il ricordo di Narciso.

 

Il termine narcisismo, tratto dal mito di Narciso, è utilizzato per indicare un’esagerata  attenzione verso se stessi e egocentrismo. Tuttavia, una certa quantità di egocentrismo, di amor proprio e di rispetto per sé è, non solo normale, ma auspicabile. Il limite che definisce ciò che è normale e ciò che è patologico varia in funzione del ciclo di vita e dell’età della persona: ci aspettiamo cose diverse quando si tratta di un bambino, di un adolescente, di un adulto o di un anziano. Pertanto la differenza tra livelli di narcisismo sano e narcisismo patologico è molto difficile da identificare.

A complicare ulteriormente le cose c’è il fatto che viviamo in una cultura narcisista. Siamo servilmente devoti a mezzi di comunicazione di massa elettronici che prosperano su immagini superficiali ignorando sostanza e profondità. La paura della vecchiaia e della morte alimenta gli affari dei chirurghi plastici. Libri dal titolo “come essere il numero uno” sono tra i best sellers.

Dato questo ambiente culturale è spesso problematico determinare quali tratti indichino un disturbo di personalità narcisistico e quali tratti siano semplicemente adattamenti culturali.

L’ambito in cui è più facile identificare le forme patologiche del narcisismo è la qualità delle relazioni interpersonali. Una tragedia che affligge queste persone è la loro incapacità di amare. Delle sane relazioni interpersonali si riconoscono in base a certe qualità come l’empatia e la preoccupazione per i sentimenti dell’altro, un genuino interesse per le idee degli altri, la capacità di tollerare l’ambivalenza nelle relazioni di lunga durata senza pervenire a una rinuncia e la capacità di riconoscere il proprio contributo nei conflitti interpersonali. D’altra parte l’individuo con un disturbo narcisistico di personalità si accosta agli altri trattandoli come oggetti da usare e abbandonare secondo i bisogni narcisistici, incurante dei loro sentimenti. Gli altri non sono vissuti come persone che hanno un’esistenza separata o bisogni propri. Anche se nelle fasi iniziali di un rapporto, spesso, sembrano amichevoli o socievoli, il tempo dimostra invariabilmente che i narcisisti non provano il benché minimo interesse verso la maggior parte delle cose che vanno al di là dei loro programmi. Mantenendo l’attenzione concentrata su di sé, il loro desiderio di manipolare e controllare gli altri ai propri fini può suscitare nelle persone che li circondano molta delusione e frustrazione.

Nella maggior parte dei casi non sono le persone affette da disturbo di personalità narcisistico a soffrire e a presentarsi presso lo studio di uno psicoterapeuta: essi non avvertono le loro caratteristiche come egodistoniche  e, nonostante le difficoltà relazionali,  di rado ritengono di essere coloro che hanno bisogno di aiuto.

Molto più spesso a chiedere aiuto e a volerne sapere di più sono le persone che hanno a che fare e sono in rapporto con personalità narcisiste e che, con sofferenza, sperimentano quotidianamente le difficoltà nel relazionarsi con individui che paiono del tutto assorbiti in se stessi e dimentichi degli altri.

 

Caratteristiche che definiscono il narcisismo

 

  • Mancanza di empatia. Sono incapaci di riconoscere e sentire i sentimenti e i bisogni degli altri, di riconoscere il punto di vista altrui.
  • Comportamento manipolativo o tendente allo sfruttamento. Si servono degli altri per raggiungere i propri scopi.
  • Pretesa immotivata di trattamenti e riconoscimenti speciali. Hanno la sensazione che tutto gli sia dovuto, di meritare che gli altri facciano tutto ciò che loro vogliono. Sono così convinti della loro unicità da reagire molto duramente quando gli altri decidono di non accordare loro uno status privilegiato.
  • Hanno un senso grandioso di importanza (nella fantasia o nel comportamento). Esagerano risultati e talenti, si aspettano di essere considerati superiori senza un’adeguata motivazione.
  • Sono assorbiti da fantasie di successo, potere, fascino bellezza illimitati o di amore ideale.
  • Richiedono eccessiva ammirazione per sostenere la visione idealizzata di sé che hanno bisogno di mantenere.
  • Sono spesso invidiosi degli altri e/o credono che gli altri li invidino
  • Mostrano comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi. Pensano che nessuno sia valido ( o intelligente o di successo o capace) quanto loro e sono sempre pronti a far notare agli altri quanto sono inferiori.
  • Fascino letale. Non sono autentici, ma si atteggiano in modo da suscitare impressioni favorevoli in chi li circonda, per essere ammirati e conquistare l’approvazione altrui. Sono quindi persone gradevoli e amichevoli, almeno superficialmente.

 

Perché si diventa narcisisti?

 

All’inizio siamo tutti narcisisti. A prescindere da quanto i bambini piccoli possano essere dolci o teneri, il loro assoluto egoismo può affiorare in qualunque momento, senza preavviso o motivo apparente. Nessun bambino ha mai avuto bisogno di imparare a essere esigente, ribelle, cocciuto, insensibile, frignone o testardo. La mentalità del “prima di tutto io” è così indispensabile e universale che nessuno ne viene al mondo sguarnito.

Come avviene però che l’egocentrismo diventi poi una caratteristica dominante? Non è possibile identificare una causa univoca ma piuttosto la combinazione di più fattori sociali e biologici. Molto spesso nella storia della persona si possono ritrovare bisogni emotivi e psicologici che non sono stati soddisfatti:

  • mancanza di una vera intimità affettiva. Solo se ricevono continui messaggi di amore e cura dagli adulti di riferimento i bambini possono riconoscere che, al di fuori di loro, c’è un vasto mondo nel quale le loro emozioni e i loro bisogni non sono sempre al primo posto. Poiché i narcisisti non considerano a fondo i sentimenti e bisogni degli altri se ne deve dedurre che non sono stati educati in modo da essere capaci di intimità affettiva, non sono stati educati a comprendere che i rapporti constano di abilità complesse che richiedono attenzione verso gli altri.
  • Fragile senso del proprio valore. Nel normale corso dello sviluppo i genitori trasmettono ai figli la consapevolezza di avere un valore innato che prescinde dalle prestazioni, dall’aspetto, dallo status. Nel caso di una personalità narcisista, ciò che il bambino impara è l’importanza di essere “come si deve”, di mantenere un’immagine celando le proprie debolezze.
  • Mancanza di un corretto senso di obbedienza. La pretesa del narcisista di avere un trattamento di riguardo può essere alimentata sia da una famiglia molto sollecita e viziante, sia da una condizione familiare in cui il bambino è trascurato e si deve arrangiare da solo troppo presto. In entrambi i casi il bambino non maturerà la capacità di cooperare con gli altri e di tenere in considerazione i loro sentimenti e bisogni.
  • Assistere a umiliazioni. Quando i bambini assistono a dimostrazioni di forza disturbate da parte dei genitori o altre figure di riferimento, imparano che, se anche la tendenza a dominare può creare tensioni nei rapporti interpersonali, alla fine a spuntarla è chi alza di più la voce. Così imparano a criticare prima di essere criticati, ad attaccare prima di essere attaccati, a usare la prepotenza per ridurre all’obbedienza l’avversario.

 

Quale comportamento adottare

 

Come ho già detto, difficilmente una persona con un disturbo di personalità narcisistico riterrà di aver bisogno di aiuto: si tratta di persone poco interessate a cambiare, perché non credono di avere problemi: sono sempre gli altri ad averne. In questi casi quindi gli sforzi terapeutici sono più efficaci se indirizzati verso chi si trova a doversi relazionare con queste persone e vivere accanto a loro. Il comportamento del narcisista, il suo bisogno di manipolare e controllare gli altri per i propri scopi, può suscitare nelle persone che li circondano rabbia, dolore, disillusione, confusione, ingiusto senso di colpa, tensione, paura e insicurezza. Anche se sembra assurdo che a dover cambiare o adattarsi siano le persone che subiscono le conseguenze del comportamento narcisistico, la verità è che nella maggior parte dei casi sono le uniche a poter cambiare le dinamiche all’interno del rapporto.

L’atteggiamento più utile da adottare con una persona che presenta tratti e atteggiamenti narcisisti è quello di cercare di conservare un distacco emotivo, un equilibrio che consenta di mantenere le proprie posizioni e mantenersi indipendenti senza entrare in conflitto. Impegnare i propri sforzi per cambiare idea alla persona narcisista, entrare in discussione e provare a convincerlo dei suoi errori non farà che alimentare le tensioni e aggravare l’angoscia di entrambi. Ma se si riescono a definire i giusti confini relazionali, se si riesce a proporsi in modo sereno e risoluto, tenendo presente che non si è tenuti a dare ragione del proprio comportamento e delle proprie scelte all’altra persona sarà possibile fare le scelte migliori per se stessi riducendo al minimo la rabbia e la paura che facilmente si provano a contatto con una persona narcisista.

Ad esempio di fronte a Marta che chiede a Lucia di mentire ai propri genitori per andare con lei ad una festa, Lucia potrà rispondere negativamente dicendo con calma e sicurezza: “ so che non ti piace la mia risposta ma intendo mantenere la mia decisione perché non ho l’abitudine di mentire”; oppure quando Marco chiede a Lara, sua moglie, di non uscire con le amiche per un aperitivo, Lara potrà affermare “sono perfettamente consapevole che tu e io abbiamo una visione diversa al riguardo, ma ho deciso di uscire con le mie amiche che ho piacere di frequentare”.

Spesso la relazione con una persona narcisista si avvita in un circolo vizioso: le sue pretese provocano proteste e resistenze, che a loro volta irritano il narcisista che diventa ancora più testardo e inflessibile, accrescendo frustrazione  e rabbia, in un crescendo di tensione tra le parti.

Tuttavia si può imparare a farsi valere e a resistere alle richieste del narcisista, mettendo fine ai suoi tentativi di imporsi. Anche se il narcisista quasi certamente non accetterà il messaggio e non cambierà, potrete comunque mantenere il rispetto per voi stessi e salvaguardare la vostra libertà di agire nel modo che sapete essere più saggio per voi stessi.