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Procrastinazione

“Ultimamente, se devo svolgere un compito tendo a rimandarlo. Questo mi dà sollievo ma al tempo stesso mi fa sentire in colpa. Non riesco più a progettare nemmeno cose divertenti e trascorro la maggior parte del tempo attaccato al telefono a cazzeggiare su internet. Non so come uscirne, perché continuo a farlo senza un motivo apparente, mi ritrovo a sera con tante idee in testa ma senza aver fatto nulla di attivo per realizzarle. Non capisco perché continuo a comportarmi così. Come mai le altre persone sono in grado di agire e io sono bloccato nel mio immobilismo?”.

“La mia compagna mi ha fatto notare che non affronto le cose: non affronto le discussioni con lei, con i miei genitori. Tendo a lasciare lì, a procrastinare sperando che alla fine le cose si risolvano da sole, ma poi le situazioni peggiorano e ci sto male. Quando devo prendere una decisione comincio a rimuginare, a chiedermi se è meglio andare in una direzione o nell’altra e così resto fermo. Forse è una forma di difesa, forse ho troppa paura di deludere”.

Rinviare a domani ciò che potrebbe essere fatto oggi è un fenomeno universale condiviso dalla maggior parte delle persone. Anche se può generare stress a medio e a lungo termine, procrastinare o ritardare i propri compiti è raramente associato a una sofferenza psicopatologica maggiore. Tuttavia, per alcune persone la procrastinazione sistematica può configurarsi come un modello di comportamento costante. In questi casi, questo tipo di funzionamento può interferire con la vita quotidiana e avere delle conseguenze negative sulla performance professionale o scolastica, sulla vita relazionale e sulla stima di sé.

Il comportamento di procrastinazione può essere oggetto di un trattamento psicoterapeutico. In effetti, ritardare costantemente i propri doveri può essere, alla lunga, fonte di sofferenza e avere gravi ripercussioni sulla salute mentale della persona.

Definizione di procrastinazione

La procrastinazione è definita da Steel come la decisione volontaria di ritardare un comportamento o un compito nonostante le possibili conseguenze future negative.

Il beneficio immediato che si ottiene da questo comportamento è un senso di sollievo e di piacere: il piacere di evitare un’esperienza spiacevole, controllare gli avvenimenti e le cose che ci vengono imposti (“sono io che decido!”).

Ma questo vantaggio non è che illusorio poiché il dovere e il compito da svolgere non spariscono per magia, ne risulta così uno stress e una difficoltà crescente di passare all’azione.

Spiegare la procrastinazione

La procrastinazione si può spiegare come un modo di proteggere un “io fragile”, un meccanismo di difesa che ci permette di non entrare in contatto con emozioni indesiderabili. Non sapere come gestire certe emozioni ed evitarle ci conduce a rimandare l’azione (un compito, un dovere, una decisione).

Generalmente, quindi dietro alla procrastinazione si nasconde la paura:

  • Paura del fallimento: di non riuscire a fare le cose come ci si aspetta o come gli altri si aspettano da noi. Alcune persone associano strettamente la loro autostima alle loro prestazioni. In questi casi la procrastinazione agisce come un meccanismo di difesa: se non ci siamo impegnati, se non abbiamo fatto del nostro meglio, i risultati ottenuti non rifletteranno le nostre abilità. Alcune volte può entrare in gioco anche il perfezionismo, le aspettative ideali e irrealistiche. Porsi degli standard impossibili da realizzare scoraggia la persona che potrà rimandare continuamente l’azione, non sentendosi mai sufficientemente sicura della sua possibilità di affrontare il compito.
  • Paura del successo: all’opposto, per alcune persone la procrastinazione può rappresentare il meccanismo che permette di evitare le conseguenze negative associate al successo. Per esempio, possiamo pensare che il successo implichi l’assunzione di responsabilità e impegni che non siamo pronti ad assumerci. O ancora che il nostro successo può fare del male a qualcuno: agli altri (la nostra famiglia e i nostri amici potrebbero sentirsi svalutati o inadeguati se abbiamo successo) o a noi stessi (le persone attorno a noi potrebbero allontanarsi o provare invidia).
  • Paura di perdere l’autonomia: per certe persone che non tollerano le costrizioni, che mal tollerano le regole e l’autorità, la procrastinazione è un modo di avere tutto sotto controllo. Essi sentono il bisogno di decidere sempre autonomamente quando agire, indipendentemente dalle richieste esterne, a discapito dei loro desideri e dei loro interessi personali.
  • Paura della separazione e dell’intimità: a volte la procrastinazione è utilizzata come un mezzo per regolare la distanza emotiva dagli altri. Per alcune persone il bisogno di essere costantemente aiutati e supportati dagli altri impedisce di agire autonomamente: aspettano di essere aiutati dall’esterno. Per altri il bisogno di mantenere una distanza di sicurezza per proteggere la loro intimità li spinge a non rispettare o non prendere degli impegni: essi salvaguardano la loro autonomia riducendo le aspettative degli altri nei loro confronti.
  • Paura del cambiamento: di lasciare una situazione nota in virtù di qualcosa che non si conosce.

Procrastinazione e psicoterapia

Quando la procrastinazione si ripete e si generalizza può assumere un carattere patologico. La persona comincia a dubitare e a perdere fiducia in sé stessa e, se i compiti semplici diventano difficili, quelli difficili diventano impossibili. Ne risulta un’inibizione e una messa in scacco. In questi casi, è essenziale comprendere le ragioni che si nascondono dietro questo comportamento sintomatico, dietro questo stato fisico, mentale ed emotivo che condiziona negativamente la propria vita. È indispensabile il ricorso alla psicoterapia.

Come sempre, in una psicoterapia di stampo psicodinamico, il lavoro sarà centrato sulla persona e sul riconoscimento delle reali ragioni che la ostacolano nella realizzazione dei suoi desideri e progetti. Si tratta di andare a cercare, al di là del sintomo, il conflitto sottostante: la paura di riuscire, la paura di fallire, il perfezionismo, la scarsa stima di sé ecc. Ogni persona potrà così scoprire la specificità del conflitto intrapsichico che le impedisce di avanzare e di realizzarsi.

La procrastinazione è sempre il sintomo di un conflitto più profondo. Prendere coscienza di questo conflitto ci permette di affrontarlo e uscire dalla condizione di stallo.

 

Procrastinare o rimandare i doveri è un comportamento molto diffuso. Ciò comporta un sollievo immediato perché evita di confrontarsi con un compito faticoso che si deve svolgere. Procrastinare può diventare uno stile di vita, un tratto di personalità e provocare molti problemi.Quando il problema della procrastinazione è esteso e influisce negativamente nell’ambito dello studio, del lavoro e delle relazioni può essere importante approfondire, attraverso una psicoterapia, le motivazioni di questo blocco e affrontarle. La psicoterapia permette di prendere coscienza e apportare quei cambiamenti necessari per affrontare questo problema.

 

Bibliografia:

Giusti E. (2013), Rinviare mai più! Terapia della procrastinazione (Vol 97), Ed. Sovera.

Sagone E., Indiana M.L. (2020), Carpe diem. Procrastinazione e correlati psicologici nel ciclo di vita, Ed. Franco Angeli.

Steel P. (2007), The nature of procrastination: a meta-analytic and theoretical review of quintessential self-regulatoryfailure. Psychol. Bull., 133, 65-94.