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Rabbia e perfezionismo

Marco è abituato a vincere ogni volta che gioca a tennis. Una volta, che gli è capitato di perdere con un collega di lavoro si è arrabbiato moltissimo e ha spaccato la racchetta.

Giulia va in collera quando deve modificare i suoi programmi. Ad esempio, se ha deciso di andare al cinema con la famiglia e non ci sono più biglietti disponibili per il film che le interessa, diventa furiosa all’idea di dover trovare un’alternativa.

La rabbia è un’emozione naturale che proviamo quando non riusciamo a raggiungere determinati obiettivi, ma quando le manifestazioni di rabbia sono molto frequenti, eccessive e del tutto ingiustificate possono causare molti inconvenienti.

Chi è perfezionista ha molte più probabilità di avere problemi legati alla collera, alla frustrazione e all’irritabilità: convinzioni troppo rigide sul “modo corretto” di fare le cose possono indurre disappunto e rabbia ogni volta che le proprie aspettative vengono disattese.

Rabbia

Come la tristezza e la paura, anche la rabbia è un’emozione naturale che tutti provano. Spesso è associata ad altri stati d’animo, come irritazione, delusione e talvolta, disprezzo, di un’altra persona, di una situazione o perfino di sé stessi.

La soglia di tolleranza varia molto da persona a persona. Vale a dire che la stessa situazione può scatenare la rabbia in certe persone, ma non in altre. Ci sono ad esempio certi automobilisti che si arrabbiano moltissimo appena qualcuno commette una scorrettezza al volante, mentre altri sono più tolleranti.

È possibile distinguere le situazioni che più frequentemente inducono la collera:

  • Quando, in una particolare situazione, viene impedito ciò che si desidera. Può trattarsi di restrizioni di carattere fisico o psicologico. Ad esempio, non riuscire ad arrivare in tempo ad un appuntamento per via di un contrattempo.
  • Interruzione di comportamenti finalizzati al raggiungimento di un obiettivo.In questo caso, molto simile alle restrizioni, l’impedimento riguarda l’impossibilità di raggiungere un obiettivo preciso: mentre si studia, si lavora, si legge un libro, si compila un modulo, per fare alcuni esempi.
  • Stimoli fastidiosi. Per stimoli fastidiosi si intendono il caldo e il freddo intensi, un dolore acuto, rumori assordanti e così via. Pensate all’irritazione che si può provare dopo aver trascorso un pomeriggio nella confusione di un centro commerciale particolarmente affollato.
  • Altri motivi scatenanti. Esistono molti altri stimoli della rabbia. Molte persone si arrabbiano quando si sentono imbrogliate, trattate male, ferite o quando il loro comportamento viene ripreso da qualcuno.La collera si può provare anche quando non si è direttamente coinvolti (arrabbiarsi per le decisioni prese da un politico) o, ancora, può essere rivolta verso sé stessi (dopo aver commesso un errore al lavoro, potreste arrabbiarvi con voi stessi per non essere stati all’altezza delle vostre aspettative).

Quando la rabbia diventa un problema

Come si è detto, la rabbia è un’emozione assolutamente naturale, ma può diventare un problema se si manifesta troppo di frequente o con un’intensità eccessiva.

Alla lunga la collera vissuta in modo eccessivo può portare:

  • Problemi fisici: ipertensione, scompensi cardiaci, problemi gastrici ecc.
  • Problemi interpersonali: può condizionare i rapporti con gli amici, i familiari, i colleghi fino ad arrivare, in casi estremi, al completo isolamento sociale.
  • Problemi di autostima: il senso di colpa o l’imbarazzo legati alla difficoltà di controllare la collera possono intaccare la fiducia in sé stessi.

Da dove proviene la rabbia: l’importanza dei pensieri

È importante sottolineare che la rabbia non è solo una reazione a determinati stimoli, quanto piuttosto una conseguenza del modo individuale di interpretarli. Le convinzioni personali, i propri schemi di pensiero hanno un ruolo molto importante nel determinare il grado di tolleranza individuale a determinate situazioni. Convinzioni estremamente rigide su come “dovrebbero” andare certe cose saranno quindi associate a frequenti manifestazioni di collera, in risposta a comportamenti o eventi vissuti come “inaccettabili”.

Rabbia e perfezionismo

Chi è perfezionista ha molte più probabilità di avere problemi legati alla collera di chi non lo è perché fa riferimento a standard di comportamento estremamente rigidi, a convinzioni del tipo: “dovrei” o “tutti dovrebbero”.

Ognuno di noi possiede degli standard relativi al proprio comportamento e a quello degli altri, ma questi standard possono essere rivisti in modo flessibile a seconda delle circostanze. Per un perfezionista, al contrario, la possibilità di rivedere i propri standard è spesso vissuta come una “rinuncia” o come un adeguamento alla mediocrità. Questo modo di vedere le cose irrigidisce le aspettative che si hanno verso sé stessi e gli altri.

La tendenza a nutrire aspettative molto elevate nei confronti degli altri può favorire la collera. Ma anche nei casi di perfezionismo autodiretto, spesso ci si arrabbia con sé stessi per l’incapacità di soddisfare standard di comportamento del tutto irragionevoli.

È possibile allora sentirsi profondamente frustrati per un taglio di capelli “imperfetto” o perché i propri figli hanno lasciato un giocattolo fuori posto. Ma l’essere troppo esigenti può portare a esasperare anche coloro che ci stanno intorno e alimentare discussioni e liti.

Come affrontare gli eccessi di rabbia alimentati dal perfezionismo

Accorgersi della rabbia prima che diventi troppo intensa. Quando qualcosa non va secondo le proprie aspettative è importante riconoscere le sensazioni di disappunto e le avvisaglie della propria irritazione (sentirsi tesi, lamentarsi, fare commenti sarcastici), prima che sfugga al proprio controllo.

Mettere in discussione i pensieri perfezionistici. Adottando standard più flessibili è possibile diventare più accondiscendenti e, conseguentemente, meno propensi a lasciarsi prendere dalla rabbia. A questo scopo può essere utile porsi alcune domande:

  • Questa situazione è così importante come credo?
  • È davvero importante che tutto vada secondo i miei piani?
  • Ho davvero bisogno di avere tutto sotto controllo?
  • Esistono altri modi oltre al mio di vedere questa situazione?
  • Che cosa succede se le cose non andranno come io desidero che vadano?

Accettare la diversità degli altri.È importante accettare che gli altri siano sé stessi, anche quando non condividono le nostre scelte in fatto di abbigliamento, acconciatura, lavoro, amicizie ecc.

Attenzione al modo di parlare. Parlare in modo aggressivo e dare appellativi alle persone (stupido, idiota, incompetente) può aumentare l’intensità della rabbia. È importante definire il comportamento delle persone senza etichettarle: dire “non ha fatto il suo dovere” e non “è uno scansafatiche”.

Valutare le situazioni in un’ottica di complessità. Generalmente, data la complessità delle situazioni, è raro che la responsabilità di una situazione sia soltanto di una persona. Per evitare che la rabbia diventi ingestibile è importante valutare tutti i fattori che concorrono a una determinata situazione, incluso il proprio ruolo.

Ammettere i propri errori. Molti credono che la cosa più importante sia dimostrarsi coerenti. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, le persone rispettano chi sa riconoscere i propri errori e cambiare parere sulla base di nuove informazioni.

Cercare un aiuto professionale. La psicoterapia è un importante aiuto per imparare ad essere più flessibili verso sé stessi e verso gli altri e mettere da parte il proprio esasperato perfezionismo. Nel corso della cura, grazie alla relazione con un terapeuta accogliente ed empatico, è possibile fare spazio a una nuova sensibilità e accettazione di sé e degli altri che allenta le tensioni e gli eccessi di collera e irritabilità.

 

Bibliografia: Antony M.M., Swinson R.P. (2009)Nessuno è perfetto. Strategie per superare il perfezionismo, Ed. Erickson