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Tollerare l’incertezza

La vita non è un lungo fiume che scorre tranquillo: cambiamenti, imprevisti, ostacoli, malattia, lutto fanno parte della vita di ciascuno di noi, alterano continuamente la nostra stabilità e mettono in crisi il nostro bisogno di certezze. Se c’è una cosa su cui la pandemia ci ha aperto gli occhi è proprio questa: contrariamente al nostro crescente bisogno di sicurezza e di controllo, viviamo in un mondo ipercomplesso caratterizzato da sempre maggiore incertezza e da un continuo mutamento. Dobbiamo quindi imparare a convivere con questo mondo instabile, acquisire nuove competenze psicologiche e cambiare il nostro approccio alla vita per rafforzare la nostra resilenza e capacità di adattamento.

Gli effetti della perdita di controllo

Un bisogno fondamentale del nostro cervello è il senso di controllo: per stare bene gli esseri umani hanno bisogno di percepire come sotto controllo loro stessi e l’ambiante circostante. La perdita di controllo invece ci proietta in una condizione di disagio che impatta negativamente sulla salute fisica e psichica. Alcuni potranno provare dei sintomi fisici: un nodo allo stomaco, delle palpitazioni, mancanza di appetito o disturbi del sonno per fare degli esempi. Altri invece potranno essere disturbati da pensieri ossessivi, stati d’ansia e di inquietudine. In ogni caso questi sintomi saranno accompagnati da sentimenti di tristezza, scoraggiamento, irritabilità e da una grande fatica emotiva. La naturale tentazione di fuggire o ignorare il nostro malessere può essere forte. Non è però tuffandoci a capofitto nel lavoro o nel divertimento o distraendoci attraverso delle serie televisive che possiamo affrontare questa condizione di disagio perché, mettendo il coperchio sulla pentola, rischiamo di vederla poi strabordare.

La capacità negativa

Il miglior modo per riprendere il  senso di controllo e proteggersi è imparare a tollerare l’incertezza. Si parla di “capacità negativa” per definire la capacità di convivere con l’incertezza e perseverare nelle situazioni che percepiamo come non controllabili, la capacità di reggere l’ansia in circostanze in cui l’obiettivo non è chiaro e definito, di andare avanti anche quando non abbiamo in mano una soluzione. Oggi la capacità negativa è molto importante perché il cambiamento è sempre più veloce e molte volte non c’è abbastanza tempo per adattarsi in modo graduale, aumentando poco a poco la percezione di controllo. Quindi è importante allenarsi ad accettare l’incertezza e a tentare di gestirla senza rifugiarsi in alibi, senza demotivarsi e senza manifestazioni di vittimismo.

Una questione di vissuto soggettivo

E’ importante sottolineare un concetto fondamentale: non è tanto l’incertezza in sé che ci può affliggere ma il modo di affrontarla di ciascuno. Gli eventi negativi non ci creano stress finché percepiamo di padroneggiarli, è la sensazione di non controllo o di subire passivamente gli eventi che ci distrugge. Nelle situazioni di incertezza diventa quindi centrale il vissuto soggettivo: come noi ci raccontiamo il mondo, come noi leggiamo i fatti. Non si tratta solo di sfumature emozionali: la valutazione cognitiva, il modo soggettivo di interpretare la realtà determina anche le nostre scelte comportamentali e le nostre risposte fisiologiche. Persone che tendono a deprimersi, a scoraggiarsi a vedere le cose in modo negativo faranno più fatica ad affrontare le situazioni di difficoltà, i momenti di crisi, l’incertezza a cui la vita ci espone.

Vediamo allora alcune strategie che ci possono aiutare ad aumentare il senso di controllo in situazioni di incertezza:

  • Concentrarsi sugli obiettivi a breve termine: quando non si ha una visione chiara d’insieme, quando ci si trova di fronte a un ostacolo che sembra insormontabile o a un tempo di attesa imprecisato, la prima cosa da fare è concentrarsi su obiettivi a portata di mano. Il nostro cervello gestisce la complessità processandola per piccoli pezzi e tappe intermedie e quindi dividere i grandi obiettivi in piccole parti aumenta il senso di controllo.
  • Far tesoro dell’esperienza passata: anche se la situazione attuale è unica, non è il primo momento di crisi della nostra vita, possiamo quindi rifarci all’eperienza passata per riconoscere le nostre risorse e capacità di andare avanti. Che cosa abbiamo fatto in passato per affrontare dei momenti difficili? Le soluzioni e gli strumenti che hanno funzionato allora possono essere utili oggi.
  • Optare per dei pensieri costruttivi e restare nel presente: più una situazione è incerta, più è facile che si affaccino alla mente pensieri come: “non ce la farò mai”, “perché capitano tutte a me”, “se solo mi avessero aiutato di più”. E’ molto importante, per evitare di sprecare energie inutili, non reagire in maniera automatica a questi pensieri, accettarli senza farsi destabilizzare, mantenendo un atteggiamento propositivo e centrato sul presente. Ruminare pensieri tossici equivale ad avvelenare la mente e il corpo perché attiva gli ormoni dello stress. Anche lamentarsi e fare le vittime è un’attività inutile e improduttiva che ci fa sentire passivi e abbassa la nostra percezione di controllo.
  • Modificare le proprie aspettative di controllo: in condizioni di incertezza mantenere un sistema di aspettative troppo elevato, imponendosi prescrizioni del tipo: “tutto deve essere perfetto”, “sarò impeccabile e totalmente adeguato”, corrisponde ad un vero e proprio suicidio emozionale che non fa che aumentare i livelli di stress. E’ importante lasciare la presa, cercando di fare del nostro meglio, ma accettando che alcune cose sono fuori dal nostro controllo e non si possono cambiare.

La tolleranza dell’incertezza è un aspetto centrale di una buona capacità di resilienza. Sopprimere o fuggire l’incertezza non è possibile, vale dunque la pena di provare ad imparare a conviverci. Invece di cercare di avere il controllo su tutto possiamo cominciare a provare a controllare il nostro vissuto soggettivo, il nostro modo di interpretare le cose. In un mondo in continuo cambiamento tollerare l’incertezza, diventare capaci di affrontarla, significa  imparare a riadattarsi in continuazione, migliorare la propria capacità di adattamento. Come direbbe Darwin: “non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”.

 

 

Per approfondire: Pietro Trabucchi (2021),“Nelle tempeste del futuro”