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Vittima di un narcisista

La dinamica di una relazione con un narcisista è spesso caratterizzata da uno squilibrio di potere e da un comportamento

manipolativo da parte del narcisista stesso. Mentre è comune considerare il partner del narcisista come una vittima, è utile riconoscere che la situazione può essere più complessa di quanto sembri ed è importante evidenziare gli aspetti collusivi e complementari di questo rapporto disfunzionale.

In questo articolo intendo focalizzare l’attenzione sul ruolo giocato dal partner del narcisista nella dinamica di coppia e mi propongo di esplorare la sua esperienza emotiva e le caratteristiche che possono alimentare questa relazione difficile.

Il partner come co-creatore della dinamica

Nonostante il narcisista abbia spesso un impatto significativo sulla vita del suo partner, è fondamentale comprendere che il partner non è solo una vittima passiva. Spesso entrambi i partner sono co-creatori della dinamica disfunzionale che si sviluppa. La metafora del vampirismo, proposta da Brunelli, evidenzia una dinamica erotico-affettiva dagli esiti traumatizzanti e sottolinea la collusione tra i partner, giacché la persona vampirizzata non riesce a non “porgere il collo”. Il partner vampirizzato subisce il partner con uno stile di personalità narcisistica perché ha, a sua volta, un problema di narcisismo e in particolare una ferita narcisistica. La ferita narcisistica può essere vista allora come il luogo psichico dove cova il vampiro interiore, quale complesso affettivo che comporta il colludere con il partner disturbante fino a “offrirgli il collo”. A questo punto la relazione disfunzionale deriva da una difficoltà affettiva in entrambi i partner dovuta a una disfunzione narcisistica che si manifesta con modalità relazionali negative opposte e compensatorie: il narcisista patologico (vampirizzante) cerca di sanare la sua ferita gonfiando la sua immagine, il suo egoismo e il suo potere seduttivo e di dominio, mentre chi lo subisce è incline inconsciamente a considerare che la sua ferita può essere lenita solo ostinandosi a lottare per ottenere una relazione appagante con il primo (il vampiro amoroso).

La ferita narcisistica

In genere, durante la terapia, si può osservare che il partner del narcisista spesso è stato sottoposto nell’infanzia a relazioni familiari caratterizzate da un’ambiguità affettiva. Ne risulta una predisposizione a sottostare a relazioni basate su un “doppio legame” di accettazione-rifiuto, amore-odio, esaltazione-svalorizzazione e cioè a quello stressante “bello e cattivo tempo” che i partner disturbanti impongono attraverso i loro sbalzi di umore, le loro minacce abbandoniche, i ricatti erotico-affettivi, le mistificazioni. D’altra parte, anche il partner narcisista, da bambino, può essere stato sottoposto a un clima affettivo analogo, ma ha sviluppato un’attitudine a difendersi aggressivamente, manipolando e sfruttando il prossimo e in particolare chi lo ama. Ancora una volta vediamo come in entrambi i partner vi siano problematicità irrisolte che li inducono a giocare i ruoli complementari di chi si ostina a “fare impazzire l’altro” e di chi “impazzisce per l’altro”.

Caratteristiche della “vittima” che alimentano la relazione disfunzionale

Il partner del narcisista può spesso sentirsi intrappolato in un ciclo di idealizzazione, svalutazione e rifiuto che può creare una dipendenza emotiva e favorire la perdita di autostima. Egli, in linea di principio, potrebbe abbandonare il partner disturbante ma si comporta come un bambino che ha paura di fuggire.

Vediamo quali caratteristiche e bisogni della “vittima” favoriscono e alimentano la relazione disfunzionale e la dipendenza emotiva dal partner narcisista:

  • Necessità costante di conferma e approvazione. Il partner dipendente cerca costantemente l’approvazione del narcisista, desiderando disperatamente sentirsi amato e accettato. Questo bisogno di approvazione fa capire quanto possa essere seduttivo per il partner l’iniziale “bombardamento amoroso” del narcisista e quanto le iniziali manifestazioni eccessive e dichiarazioni plateali possano appagare il suo bisogno di sentirsi valorizzato.
  • Insicurezza. L’insicurezza della “vittima” spiega perché possa tollerare il cambio di atteggiamento del narcisista e i suoi modi freddi, scostanti e svalutanti. Legarsi a un partner svalutante e maltrattante è un modo per confermare l’immagine di sé maturata nella propria famiglia, per ritrovare schemi, per quanto dolorosi, ben collaudati e rassicuranti. Naturalmente la svalutazione e le critiche del narcisista non fanno che confermare e alimentare, in un circolo vizioso, il senso di inferiorità e la bassa autostima del partner.
  • Paura dell’abbandono. Tanta è la paura di essere abbandonata della “vittima” che vorrà sopportare di tutto pur di non essere lasciata. Sarà disposta a rinunciare ai suoi bisogni e desideri e a tollerare l’intollerabile pur di non creare tensioni nella relazione e non essere abbandonata.
  • Empatia, eccesso di comprensione. L’atteggiamento empatico ed eccessivamente comprensivo del partner dipendente può spingerlo ad annullarsi nel rapporto con il narcisista e a mostrare tutta la propria “bontà” e ostinazione nel volerlo comprendere e aiutare. Anche quando la attacca, umilia e ferisce la “vittima” può sentire ancora più forte la sfida a dimostrare che riuscirà a capirlo e aiutarlo, che sarà l’unica a riuscire ad amarlo proprio quando l’altro darà il peggio di sé: più mi tratti male più ti farò vedere che non ti abbandonerò.

Responsabilità personale

È un passo importante per il partner del narcisista riconoscere il proprio coinvolgimento nella dinamica disfunzionale e intraprendere azioni per riprendere il controllo sulla propria vita. La psicoterapia dovrà innanzitutto favorire l’elaborazione della “sindrome della vittima predestinata” per uscire dall’innocenza che rende vittime esenti da ogni responsabilità e riconoscere la propria responsabilità nel cercare attaccamenti amorosi infelici e disturbati. Anche quando i maltrattamenti subiti a causa di un partner disturbante sono evidenti, l’atteggiamento vittimistico è sempre controproducente e degenerativo ai fini di una liberatoria presa di coscienza, dal momento che impedisce di comprendere le proprie problematicità, indipendentemente da quelle del partner. Le dinamiche che si innescano all’interno di relazioni distruttive sono molto complesse, ma se non si attraversa quell’inferno non si potrà mai arrivare a una terra diversa per costruire qualcosa di nuovo.

Conclusioni

Sebbene sia comune considerare il partner del narcisista come una vittima, è essenziale riconoscere che la situazione è più complessa. Il partner ha un ruolo attivo nella dinamica disfunzionale e la responsabilità personale svolge un ruolo importante nel processo di guarigione.

 

Bibliografia: De Rose M. a cura di (2021), Relazioni distruttive. Aspetti clinici, terapeutici e criminologici, Collana EBOOKECM.